Gerardo Rizzo, con il suo terzo romanzo giallo “Le pentole del diavolo”, protagonista il delegato di pubblica sicurezza Baldassa di Castelfranco Veneto , rileva, con il suo scrupolo di storico, l’eterna lotta tra il bene e il male .
Lo scrittore, anche in questa sua nuova opera, esalta la migliore tradizione gastronomica siciliana diventando di fatto ambasciatore della cucina messinese . Le pietanze del libro ,sono così ben dettagliate che sembrano preparate da lui medesimo. Cosi come sono tele le descrizioni di Messina e Taormina di fine 800.
Il diavolo, si sa, fa le pentole e non i coperchi ed allora Rizzo mescola con il suo mestolo (la penna), gli ingredienti per un giallo avvincente e appassionante. Così le vicende personali dei protagonisti, la storia di San Filippo l’esorcista, i presunti colpevoli dell’omicidio di un avvocato girano vorticosamente nella pentola del diavolo . Ogni tanto l’autore li tira su dalla pentola quasi ad assaggiare il punto di cottura e anche per sfidare il lettore ad acciuffare il reo che sarà individuato appunto solo quando sarà trovato il coperchio giusto, tra colpi di scena e imprevisti
(di Michele D’Andrea)
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