Dal cilindro di Mario Falcone, scrittore, sceneggiatore e poeta – e chissà cos’altro – salta fuori un noir che tiene incollati alle pagine, quattrocento in tutto, dense di tutti quegli ingredienti che fanno un buon libro, da bere fino in fondo. Network (EllediLibro 2024) immerge il lettore in un mondo che, apparentemente dorato e brillante, si rivela essere una sentina di nefandezze e una trappola dorata per giovani e adulti alla ricerca di gloria e di soldi. Un mondo che Falcone conosce bene, grazie al suo lavoro di creatore di storie.

Al centro del romanzo c’è l’assassinio di uno sceneggiatore, appunto, ma mica uno qualunque: Giancarlo Vannelli è il più importante personaggio nel mondo degli sceneggiatori, quello che decide per tutti, che può stabilire se un collega-rivale può lavorare o meno, che ha al suo servizio una squadra di giovani, aspiranti a entrare anche loro nel brillante mondo della fiction televisiva, anche grazie alla simbiosi con i responsabili della più importante rete di emittenti televisive, Network, appunto, che dà il titolo al romanzo.

Per tutti questi motivi, i personaggi che avrebbero un motivo per volere morto Vannelli sono tantissimi. E per questa ragione le indagini, sempre più complesse, faranno luce sul sottobosco di personaggi di quel mondo, dai cattivi assoluti, che molto spesso coincidono con quelli che occupano i posti più in alto, e guidano gli ingranaggi del meccanismo, ai buoni, quelli che da quegli stessi ingranaggi rimangono stritolati, venendone emarginati o addirittura rimanendone vittime.

Ma a risaltare, in un paesaggio sostanzialmente desolante, è soprattutto la figura dell’investigatrice, il vicequestore Daria Colonna, fortemente messa alla prova dalla vita e assediata da ricordi e rimorsi, per sfuggire ai quali si tuffa anima e corpo nel lavoro. Donna fortissima ma con le debolezze che covano dentro ciascuno di noi, nutre un profondo senso della giustizia, che va anche al di sopra del rispetto per le regole. Bravissimo Falcone a disegnarne il temperamento e il carattere, anche e soprattutto per la tempesta emotiva e sentimentale che Daria vive nei giorni dell’indagine.

Quattrocento pagine, dicevamo, e alla fine ne vorreste ancora.