Mi sono soffermato a guardare una delle tante foto dei festeggiamenti della Lega quando la proposta di legge sull’Autonomia-Raccolta-Differenziata ha superato l’esame dell’aula di Palazzo Madama. Spicca la giusta soddisfazione di Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega alla Camera, quello che conduceva i programmi con l’intervento degli ascoltatori a Radio Padania. “Padania Libera!!”: ha ben ragione di essere contento. Poi si vede una donna che sta stendendo i panni. No, non sta stendendo i panni. È Mara Bizzotto: sembra una delle tante donne che stavano sotto il palco del comizio del Ku Klux Klan in Mississippi Burning. La razza bianca superiore (se non vi ricordate la scena riguardate il film, se non l’avete visto, fatelo). Mostra la bandiera di San Marco. E poi, appena più in basso, il nostro eroe, Nino Germanà. Sorride, un po’ forzatamente direi. A Messina diremmo che ride comu l’anciuleddu d’a Vara, e un buon messinese sa bene cosa significhi. Guarda la scena e si gratta la testa come chi non sa esattamente cosa pensare (e anche io veramente ho qualche dubbio). Forse pensa: “perché la signora qua dietro mostra il logo delle Generali? Forse le assicurazioni sono sponsor?”. O forse si rende conto di averla fatta davvero grossa, e gli tornano a galla le spiegazioni del prof di lettere che gli raccontava di Antenora, la zona dell’inferno in cui si punivano i traditori della patria? Come Antenore, il troiano che aveva consentito il fatale ingresso degli achei. No, troppo lusso. Però il disagio si vede, si legge, salta fuori dalla fotografia. Forse si sente un po’ Giuda, e se è così, che lo faccia fino in fondo (in senso metaforico, va da sé…)germanà