Anna Dalù, eroina dei nostri tempi fatti di comunicazione e cortocircuiti, nata dalla frenetica tastiera di Enzo Basso, è giunta alla sua quinta avventura. Per i pochi che ancora non la conoscessero, Anna Dalù è una giornalista indipendente come il suo papà letterario, che si muove tra Roccavaldina dove vive e Messina dove agisce, ma le inchieste che deve svolgere – indagini che ruotano intorno al ricco patrimonio culturale siciliano – la portano in giro per tutta la regione a curiosare e a raccogliere informazioni. Immancabili al suo fianco i suoi soci fissi (il detective privato Giovanni Agati e il fotografo Pulce) e una pletora di personaggi che dalle vicende della Dalù entrano ed escono con grande leggerezza, e nella maggior parte dei quali i lettori più attenti possono riconoscere personaggi della Messina reale. O che a quelli somigliano molto…
Anche la Messina della realtà diventa protagonista delle storie di Anna. Al centro dell’intreccio di Il lago delle oche zelanti troviamo la Biblioteca Regionale e quella dei Cappuccini, scrigni di inestimabili tesori bibliografici, che Anna scopre essere regolarmente depredati da una rete di figuri che dietro la maschera degli accademici degli Zelanti coltivano la loro “passione insana del potere”.
Letture piacevoli, divertenti (particolarmente godibili i lunghi e frequenti dialoghi tra Anna Dalù e Giovanni Agati, che da confronti professionali diventano via via sottili schermaglie) che rivelano al lettore una faccia della città “babba” che Enzo Basso ha raccontato (pagandone salatissimi conti) nella sua lunga carriera giornalistica a Messina.